Here - Una, nessuna e centomila case
A trent’anni dalla loro ultima collaborazione, Robert Zemeckis torna a lavorare con Tom Hanks e Robin Wright con un film che, come per Forrest Gump, vi farà innamorare della semplicità vita.
RECENSIONE
Marta Cervellino
1/9/20252 min read


Here è tratto dall’omonimo fumetto del 2014 di Richard McGuire e, come la materia orinaria, si caratterizza per una particolarità: le vicende raccontate si muovono in un’unica inquadratura. La macchina viene posizionata in un luogo preciso della casa, identificato come l’angolo del soggiorno e, per tutto il film, resta lì, ferma, come una finestra attraverso cui lo spettatore può sbirciare dentro le vite di sconosciuti.
La trama
Il film racconta in modo non lineare la storia di un singolo pezzo di terra. Parte dal lontano passato, iniziando dal momento in cui è nata la Terra, passando per l’estinzione dei dinosauri, l’era glaciale, gli homo sapiens, fino ad arrivare ai giorni nostri. In particolare, la pellicola si è soffermata maggiormente sulla storia di Richard e Margaret, interpretati rispettivamente da Tom Hanks e Robin Wright, ringiovaniti mediate l’utilizzo l’intelligenza artificiale per rispecchiare più fedelmente il passare degli anni. La famiglia di Richard si trasferisce in quella casa al termine della Seconda Guerra Mondiale, mette al mondo tre figli, tra cui lui, il maggiore. Quando è adolescente, Richard conosce Margaret, e i due si innamorano perdutamente. Entrambi hanno sogni, aspirazioni: lui vuole diventare grafico, mentre Margaret ambisce a diventare avvocata. Purtroppo, le loro aspirazioni sono costrette a virare in modo brusco: Margaret aspetta un figlio. La decisione, provvisoria, è quella di fermarsi a casa dei genitori di Richard, finché non ci sarà una soluzione migliore.
Il racconto non lineare e le finestre temporali
Ciò che ha caratterizzato la pellicola e, ancora prima, il fumetto, è la scelta peculiare di raccontare la storia in modo non lineare e di utilizzare dei riquadri per trasportare lo spettatore (o il lettore) in un arco temporale differente. Ecco quindi che dal 1990 finiamo nel 1924, dove ad abitare quella casa era una coppia estremamente innamorata e sempre allegra. Ancora, veniamo trasportati in un periodo dove quella casa non esisteva neanche, ma era solo un terreno selvaggio e rigoglioso, che ha visto nascere l’amore tra due nativi americani. Una casa, ancora prima di essere tale, è un qualcosa di più brullo, che viene addomesticato per essere accomodante, ma in un modo o nell’altro fa da spettatore ad un copione che è destinato a ripetersi, nonostante lo scorrere del tempo.
Una casa non è mai solo una casa, ma un posto dalle mille sfaccettature. È, di fatto, una cosa vivente, che cresce e si espande grazie ai vissuti di chi la abita. Quante persone sono state, prima di noi, in quel posto che definiamo “casa”? Quante storie hanno vissuto? Quanti amori hanno visto nascere? Quanti divorzi? Quanti lutti? Quante feste? Here cerca di rispondere a tutto questo, regalandoci una poesia d’amore per quelle quattro pareti che ci circondano.
Tom Hanks e Robin Wright come li abbiamo già visti
Sarebbe un peccato non dedicare qualche parola all’interpretazione di Tom Hanks e Robin Wright, la cui chimica non è passata insieme al tempo. La scelta di Zemeckis di scritturare due attori con i quali ha già lavorato per realizzare un capolavoro come Forrest Gump è stata pensata e anche molto furba. Già all’epoca di Forrest Gump, i due attori avevano una sintonia indescrivibile sul set, che ha permesso al regista di realizzare una delle pellicole amate ancora oggi.
Forse Here non avrà lo stesso successo di Forrest Gump, e forse non ne ha neanche l’intenzione, ma ciò che è certo è il desiderio di raccontare un vissuto che trascende il tempo e lo spazio, una storia già scritta e destinata a ripetersi, dove l’unica costante alla quale ci si può aggrappare è l’amore.