Nosferatu - Il vampiro di Eggers
Eggers torna a farci venire i brividi con il suo nuovo lavoro: Nosferatu, il remake dell’omonima pellicola del 1922 diretta da Friedrich Wilhelm Murnau, famosa per essere una delle prime pellicole del cinema dell’orrore e per la controversia legale con il romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker, sul diritto d’autore.
RECENSIONE
Marta Cervellino
1/2/20252 min read


Germania 1838. Thomas Hutter Nicholas Hoult e sua moglie Ellen Lily-Rose Depp vivono felici nella cittadina di Wisborg. Thomas lavora per un agente immobiliare, che lo manda in Transilvania per concludere la vendita di una casa al Conte Orlok Bill Skarsgård , un nobile molto strano che vuole trasferirsi proprio vicino a casa loro.
Thomas parte per i monti della Transilvania e arriva al castello di Orlok. Qui scopre che il Conte è in realtà un vampiro antico, una creatura inquietante, pallida, con lunghi artigli, che vive nel buio. Durante la notte, Orlok morde Thomas e crea con lui un legame psichico.
Mentre Thomas cerca di fuggire, Orlok si imbarca su una nave diretta in Germania, portando con sé morte e malattia (una sorta di “peste”). Ellen, rimasta a casa, inizia ad avere visioni inquietanti e una strana connessione mentale con il vampiro. Sente che lui la sta cercando. Quando Orlok arriva in città, le persone iniziano a morire, ed Ellen capisce che lei è l’unica che può fermarlo.
L’amore parassitario
Il rapporto tra il Conte Orlok ed Ellen viene ricoperto di una veste sociale. L’amore che i due si sono promessi tanti anni prima ha bisogno di essere rinnovato. È un patto, un patto che non lascia ad Ellen nessuna via di fuga. In particolare, il personaggio del Conte Orlock è stato investito in un potere peculiare. Sebbene lui stesso si definisce un semplice “appetito” per Ellen, una risposta alla sua fame e alla sua “malinconia”, la realtà è che lui attinge da Ellen per restare in vita.
Il loro rapporto, per quanto secondario possa passare, è in realtà centrale e fa ruotare tutta la vicenda. Manda avanti la storia, fa prendere decisione ai personaggi. Tutto nasce e muore con loro.
Il folklore di Eggers
Come per tutti i suoi film, Eggers ci trasporta in un mondo ricco di ambientazioni gotiche, pieno di ombre e luci che non riescono pienamente ad illuminare, soffocate da quelle forze maligne che sono, di fatto, le vere protagoniste delle sue pellicole. Con Nosferatu (2025), Eggers fa un lavoro molto simile a quello che fece per le sue opere precedenti, ovvero impregnare le sue storie di elementi grotteschi che risultano sopportabili e, a tratti, gradevoli, grazie alla fedeltà del folklore da cui prende ispirazione. Come in The Witch (2014), primo lungometraggio che lo ha affermato come regista, Eggers rimane fedele alle credenze e alle tradizioni che, in quel caso, riguardavano le streghe.
La stessa fedeltà la possiamo ritrovare sia nel film The Northman (2022) adattamento della tragedia di Amleto ambientata, però, nell’Islanda del X secolo, che trasporta lo spettatore in un mondo fatto di vendetta, guerra e sangue, ricalcando gli usi e i costumi della cultura vichinga. Un lavoro diverso è stato fatto, invece, per The Lighthouse (2019) dove a prevalere non era tanto la fedeltà al folklore ma l’aspetto più introspettivo incarnato dai personaggi. Con quel film, Eggers ha voluto esplorare la psiche umana e concentrarsi maggiormente sull’inconscio dell’uomo, elementi che sono presenti nelle sue pellicole ma che non sempre divengono i suoi protagonisti.